lunedì, gennaio 18

ONESTA'

Un piccolo esempio di onesta che arriva dall' altro secolo..........
Non ci sono commenti ma solo da leggere e meditare, non giustifichiamo coloro che hanno rubato per il partito.

li 24 Dicembre 1920

Egregio Sig. Preziuso.
In mia assenza, la mia signora ha ricevuto quel po' di ben di Dio che mi ha
mandato.

Io apprezzo al sommo grado la gentilezza del pensiero del suo Principale ed il
nobile sentimento di disinteressata e superiore cortesia cui si e' certamente
ispirato.

Ma io sono un uomo politico attivo, un militante. E si sa che la politica ha delle
esigenze crudeli, talvolta brutali anche perche' - in gran parte - e' fatta di
esagerazioni e di insinuazioni, specialmente in un ambiente - come il nostro -
ghiotto di pettegolezzi piu' o meno piccanti.

Io, Lei ed il Principale, siamo convinti della nostra personale onesta' ma per la
mia situazione politica non basta l'intima coscienza della propria onesta'.
E' necessaria - e Lei lo intende - anche l'onesta' esteriore.

Se sul nulla si sono ricamati pettegolezzi repugnanti ad ogni coscienza di
galantuomo, su d'una cortesia - sia pure nobilissima come quella in parola - si
ricamerebbe chi sa che cosa.

Si che, io, a preventiva tutela della mia dignita' politica e del buon nome di
Giuseppe Pavoncelli, che stimo moltissimo come galantuomo, come studioso e
come laborioso, sono costretto a non accettare il regalo, il cui solo pensiero mi e'
di pieno gradimento.

Vorrei spiegarmi piu' lungamente per dimostrarle e convincerla che la mia non
e', non vuol essere superbia, ma credo di essere stato gia' chiaro. Il resto
s'intuisce.

Percio' La prego di mandare qualcuno, possibilmente la stessa persona, a ritirare
gli oggetti portati.
Ringrazio di cuore Lei ed il Principale e distintamente per gli auguri alla mia
Signora.

Dev.mo
Giuseppe Di Vittorio

Spero che anche in questo secolo ci siano ancora persone di questa taratura morale.
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